Semiramide, Parigi, Hérissant, 1780

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
  Gran portico del palazzo reale, corrispondente alle sponde dell’Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri. In faccia al suddetto trono tre altri sedili. Ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei. Gran ponte praticabile ornato di statue. Vista di tende e soldati su l’altra sponda.
 
 SEMIRAMIDE creduta Nino, con guardie; poi SIBARI
 
 SEMIRAMIDE
 Olà, sappia Tamiri
 che i principi son pronti,
 che fuman l'are, che al solenne rito
 di già l'ora s'appressa,
5che il re l'attende. (Ricevuto l’ordine, parte una guardia. Nel mentre che parla Semiramide, esce Sibari guardandola con meraviglia)
 SIBARI
                                     (Io non m'inganno, è dessa).
 Lascia che a' piedi tuoi... (S’inginocchia)
 SEMIRAMIDE
                                                 Sibari! (Oh dei!)
 S'allontani ciascun. (Che incontro!) Sorgi. (Le guardie si ritirano in lontano)
 Dall'Egitto in Assiria
 quale affar ti conduce?
 SIBARI
                                            È noto altrove
10che la real Tamiri,
 dell'impero de' Battri unica erede,
 qui scegliendo lo sposo oggi decide
 l'ostinate contese
 che il volto suo, che il suo retaggio accese.
15Sperai fra queste mura
 tutta l'Asia mirar; ma non sperai
 in sembianza viril sul trono assiro
 di ritrovar la sospirata e pianta
 principessa d'Egitto
20Semiramide.
 SEMIRAMIDE
                            Ah taci; in questo luogo
 Nino ciascun mi crede; e il palesarmi
 vita, regno ed onor potria costarmi.
 SIBARI
 Che ascolto! È teco Idreno?
 Che fa? Dov'è?
 SEMIRAMIDE
                               Di quell'ingrato il nome
25non rammentarmi. Abbandonai con lui
 la patria, il regno, il genitor, le nozze
 del monarca numida;
 e pur, nol crederai, l'istesso Idreno,
 che m'indusse a fuggir, tentò svenarmi.
 SIBARI
30Quando?
 SEMIRAMIDE
                    La notte istessa
 ch'io seco andai, del Nilo
 dalla pendente riva
 ei mi gettò ferita e semiviva.
 SIBARI
 Ma la cagione?
 SEMIRAMIDE
                              Oh dio!
35La cagione io non so.
 SIBARI
                                         (La so ben io).
 Come restasti in vita?
 SEMIRAMIDE
                                           Unica e lieve
 fu la ferita; e la selvosa sponda
 co' pieghevoli salci
 la caduta scemò, mi tolse a morte.
 SIBARI
40Qual fu poi la tua sorte?
 SEMIRAMIDE
                                              In mille guise
 spoglia e nome cangiai;
 scorsi cittadi e selve;
 fra tende e fra capanne
 il brando strinsi, pascolai gli armenti,
45or felice, or meschina,
 pastorella, guerriera e pellegrina,
 finché il monarca assiro,
 fosse merito o sorte,
 del talamo real mi volle a parte.
 SIBARI
50E all'estinto tuo sposo
 non successe nel regno il picciol Nino?
 SEMIRAMIDE
 Il crede ognun; la somiglianza inganna
 del mio volto col suo.
 SIBARI
                                         Ma come il soffre?
 SEMIRAMIDE
 Effeminato e molle
55fu mia cura educarlo.
 SIBARI
                                          (E quando spero
 miglior tempo a scoprirle i miei martiri?
 Ardir). Sappi...
 SEMIRAMIDE
                               T'accheta, ecco Tamiri. (Vedendo venir Tamiri)
 
 SCENA II
 
 TAMIRI con seguito e detti
 
 TAMIRI
 Nino, deve al tuo zelo
 oggi l'Asia il riposo, io degli affetti
60la libertà.
 SEMIRAMIDE
                     Ma Babilonia deve
 alla bellezza tua l'aspetto illustre
 de' principi rivali. Al fianco mio, (Una guardia va sul ponte e accenna che vengano i principi)
 principessa, t'assidi;
 e i merti di ciascun senti e decidi. (Semiramide va sul trono, Tamiri a sinistra nel sedile; Sibari è in piedi a destra. Intanto, preceduti dal suono di stromenti barbari, passano il ponte Mirteo, Ircano e Scitalce col loro seguito; si fermano fuori del portico e poi entrano l’un dopo l’altro, quando tocca loro a parlare)
 
 SCENA III
 
 MIRTEO, IRCANO, poi SCITALCE, e detti
 
 MIRTEO
65Al tuo cenno, gran re, deposte l'armi,
 si presenta Mirteo.
 L'Egitto...
 IRCANO
                     Odi. La bella, (A Mirteo interrompendolo)
 che fra noi si contende, è quella?
 MIRTEO
                                                              È quella. (Ad Ircano)
 L'Egitto è il regno mio... (A Semiramide)
 IRCANO
70Del Caucaso natio (A Semiramide interrompendo Mirteo)
 vien dal giogo selvoso
 l'arbitro degli Sciti amante e sposo.
 MIRTEO
 Ircano, a quel ch'io veggo,
 tu d'Assiria i costumi ancor non sai.
 IRCANO
75Perché?
 SEMIRAMIDE
                  Tacer tu dei;
 parli il prence d'Egitto.
 IRCANO
 In Assiria il parlar dunque è delitto? (Si ritira indietro)
 MIRTEO
 L'Egitto è il regno mio; sospiri e pianti,
 rispetto e fedeltà sono i miei vanti.
 SEMIRAMIDE
80Siedi, principe, e spera; a lei che adori
 non è il tuo merto ascoso. (Mirteo va a sedere)
 Qual ti sembra Mirteo? (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                               Molle e noioso. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Or narra i pregi tuoi. (Ad Ircano)
 IRCANO
 Dunque a vostro piacer...
 TAMIRI
                                                Parla, se vuoi. (Al medesimo)
 IRCANO
85Si parli. A farmi noto
 basta affermar ch'io sono
 l'opposto di colui. Sospiri e pianti
 non son pregi fra noi. Pregio allo Scita
 è l'indurar la vita
90al caldo, al gel delle stagioni intere
 e domar combattendo uomini e fere.
 TAMIRI
 Si vede.
 SEMIRAMIDE
                  Or siedi, Ircano. (Ircano va a sedere)
 Qual ti sembra costui? (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                             Barbaro e strano. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Venga Scitalce.
 SIBARI
                               (Oh stelle! Io veggo Idreno!
95Qual arrivo funesto!)
 SEMIRAMIDE
 Sibari, oh dio! Questo è Scitalce? (Piano a Sibari vedendo Scitalce)
 SIBARI
                                                               È questo.
 SEMIRAMIDE
 Sarà. (Dopo averlo considerato)
 SCITALCE
              (Numi, che volto!) Il re novello,
 Ircano, dimmi, è quel ch'io miro?
 IRCANO
                                                                È quello.
 SCITALCE
 Sarà. (Dopo aver considerata Semiramide)
 SEMIRAMIDE
              Prence, il tuo nome
100dunque è Scitalce?
 SCITALCE
                                     Appunto.
 SEMIRAMIDE
 (Qual voce!)
 SCITALCE
                          (Qual richiesta!
 Io gelo).
 SEMIRAMIDE
                   (Io vengo meno).
 SCITALCE
 (Semiramide è questa).
 SEMIRAMIDE
                                               (È questi Idreno).
 Fin dall'indico clima
105ancor tu vieni alla real Tamiri
 il tributo ad offrir de' tuoi sospiri?
 SCITALCE
 Io... (Che dirò?) Se venni...
 Non sperai... Mi credea... Ma veggo... (Oh dei!)
 SEMIRAMIDE
 (Si confonde il crudel sugli occhi miei).
 TAMIRI
110Siedi, Scitalce. Il turbamento io credo
 figlio d'amor; né a paragon d'ogni altro
 picciol merito è questo.
 SCITALCE
 Ubbidisco. (Si ritira lentamente verso il sedile)
 SEMIRAMIDE
                        (Infedel!)
 SCITALCE
                                             (Sogno o son desto?)
 Ma veramente è quegli
115il successor della corona assira? (Ad Ircano)
 IRCANO
 Non tel dissi?
 SCITALCE
                            Sarà. (Siede)
 IRCANO
                                        Questi delira.
 TAMIRI
 Nino, perché non chiedi (Piano a Semiramide)
 qual mi sembri costui?
 SEMIRAMIDE
                                             Perché ravviso (Piano a Tamiri)
 in quel volto fallace
120segni d'infedeltà.
 TAMIRI
                                   Ma pur mi piace. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 (Oh gelosia!)
 IRCANO
                           Che più s'attende? È tempo
 che Tamiri decida.
 TAMIRI
 Son pronta.
 SEMIRAMIDE
                         (Aimè!) Ma prima
 giurar si dee di tollerar con pace
125la scelta d'un rivale. Al nume, all'ara,
 principi, andate.
 MIRTEO
                                  Ogni tuo cenno è legge. (S’alza e va all’ara)
 SCITALCE
 (Son fuor di me). (Fa lo stesso)
 SEMIRAMIDE
                                    (Spergiuro!)
 MIRTEO
 Io l'approvo. (Scitalce e Mirteo pongono la mano su l’ara stando un per parte)
 SCITALCE
                           Io l'affermo.
 IRCANO
                                                    Io l'assicuro. (S’alza ma non parte dal suo luogo)
 SEMIRAMIDE
 Ircano, al nume, all'ara
130non t'avvicini?
 IRCANO
                              No; giurai né voglio
 seguir l'altrui costume.
 Degli Sciti ecco l'ara ed ecco il nume. (Ponendosi la mano al petto ed accennando la spada)
 TAMIRI
 Io l'ardire d'Ircano,
 di Mirteo l'umiltà veggo ed ammiro;
135ma un non so che...
 SEMIRAMIDE
                                      Sospendi
 la scelta, o principessa.
 TAMIRI
 Abbastanza pensai.
 IRCANO
                                      Dunque favelli.
 SEMIRAMIDE
 No, principi; v'attendo (S’alza e seco tutti)
 entro la reggia all'oscurar del giorno;
140ivi a mensa festiva
 sarem compagni e spiegherà Tamiri
 ivi il suo cor. Voi tollerate intanto
 il breve indugio.
 MIRTEO
                                 Io non mi oppongo.
 IRCANO
                                                                       Ed io
 mal soffro un re de' miei contenti avaro.
 SEMIRAMIDE
145Desiato piacer giunge più caro.
 
    Non so se più t'accendi (A Tamiri)
 a questa o a quella face;
 ma pensaci, ma intendi;
 forse chi più ti piace
150più traditor sarà.
 
    Avria lo stral d'amore
 troppo soavi tempre,
 se la beltà del core
 corrispondesse sempre
155del volto alla beltà. (Parte con Sibari)
 
 SCENA IV
 
 TAMIRI, MIRTEO, IRCANO e SCITALCE
 
 SCITALCE
 (Che vidi! Che ascoltai!
 Semiramide vive!
 Ma non l'uccisi io stesso?
 O sognavo in quel punto o sogno adesso).
 TAMIRI
160Sì pensoso, o Scitalce? Ami o non ami?
 Sprezzi o brami i miei lacci?
 Da lunge avvampi e da vicino agghiacci?
 SCITALCE
 Perdonami, o Tamiri.
 Se tu sapessi... Oh dio!
 TAMIRI
                                            Parla.
 SCITALCE
                                                         Se parlo,
165più confusa ti rendo.
 TAMIRI
 O tutto mi palesa o nulla intendo.
 SCITALCE
 
    Vorrei spiegar l'affanno,
 nasconderlo vorrei;
 e mentre i dubbi miei
170così crescendo vanno,
 tutto spiegar non oso,
 tutto non so tacer.
 
    Sollecito, dubbioso
 penso, rammento e vedo;
175e agli occhi miei non credo,
 non credo al mio pensier. (Parte)
 
 SCENA V
 
 TAMIRI, MIRTEO ed IRCANO
 
 TAMIRI
 Più che ad ogni altro spiace
 la dimora a Scitalce; ei pensa e tace.
 IRCANO
 Non curar di quel folle;
180godi di tua ventura
 che l'amor t'assicura oggi d'Ircano.
 Non rispondi? Ne temi? Ecco la mano.
 MIRTEO
 Che fai? Non ti rammenti
 il comando reale?
 IRCANO
                                   E il re qual dritto
185ha di frapporre a' miei cortesi affetti
 o limiti o dimore?
 TAMIRI
 Che! Tu conosci amore? Il tuo piacere
 è domar combattendo uomini e fere.
 IRCANO
 È ver; ma il tuo sembiante
190non mi spiace però; godo in mirarti
 e curioso il guardo
 più dell'usato intorno a te s'arresta.
 TAMIRI
 Gran sorte inver del mio sembiante è questa!
 
    Che quel cor, quel ciglio altero
195senta amor, goda in mirarmi
 non lo credo, non lo spero;
 tu vuoi farmi insuperbir;
 
    o pretendi, allor che torni
 ai selvaggi tuoi soggiorni,
200rammentar così per gioco
 l'amoroso mio martir. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 IRCANO e MIRTEO
 
 IRCANO
 La principessa udisti? Ella superba
 va degli affetti miei. Misero amante!
 Ti sento sospirar, ti veggo afflitto.
205Cangia, cangia desio;
 e per consiglio mio torna in Egitto.
 MIRTEO
 Mi fai pietà. La tua fiducia insana,
 il tuo rozzo parlar, con cui l'offendi,
 ti rinfaccia Tamiri; e non l'intendi.
 IRCANO
210Dunque in diversa guisa i loro affetti
 qui trattano gli amanti? E quale è mai
 questo vostro d'amor leggiadro stile?
 MIRTEO
 Con lingua più gentile
 qui si parla d'amor; qui con rispetto
215un bel volto si ammira;
 si tace, si sospira,
 si tollera, si pena,
 l'amorosa catena
 si soffre volentier, benché severa.
 IRCANO
220E poi si ottien mercede?
 MIRTEO
                                               E poi si spera.
 IRCANO
 Miserabil mercé! No, d'involarti
 il pregio di gentil non ho desio.
 Ciascun siegua il suo stile; io sieguo il mio. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 MIRTEO solo
 
 MIRTEO
 Felice te, se puoi
225sopra gli affetti tuoi
 regnar così! Ma non è ver; se un giorno
 al par di me cadrai
 in servitù d'una crudele e bella,
 sarai men franco e cangerai favella.
 
230   Bel piacer saria d'un core
 quel potere a suo talento,
 quando amor gli dà tormento,
 ritornare in libertà.
 
    Ma non lice; e vuole amore
235che a soffrir l'alma s'avvezzi
 e che adori anche i disprezzi
 d'una barbara beltà. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Orti pensili.
 
 SCITALCE e SIBARI
 
 SCITALCE
 Come! E tu non ravvisi
 Semiramide in Nino? A me la scopre
240il girar de' suoi sguardi
 placidi al moto, il favellar, la voce,
 la fronte, il labbro e l'una e l'altra gota
 facile ad arrossir, ma più d'ogni altro
 il cor che al noto aspetto
245subito torna a palpitarmi in petto.
 SIBARI
 (Dei! La conobbe). Ah no. Se fosse tale,
 al germano Mirteo nota sarebbe.
 SCITALCE
 No, che bambino ei crebbe
 nella reggia de' Battri.
 SIBARI
                                           In Asia ognuno
250la crede estinta.
 SCITALCE
                                Ah più d'ogni altro, amico,
 io crederlo dovrei. Tutto fu vero
 quanto svelasti a me. Nel luogo andai
 destinato da lei; venne l'infida;
 meco fuggì; ma poi
255non lungi dalla reggia
 l'insidie ritrovai. Cinto d'armati
 v'era il rivale...
 SIBARI
                              E il conoscesti? (Con timore)
 SCITALCE
                                                            Almeno
 potrei sfogarmi in lui.
 SIBARI
 (Torniamo a respirar; non sa ch'io fui).
260Ma da tanti nemici
 chi ti salvò?
 SCITALCE
                         Fra l'ombre
 del bosco e della notte
 mi dileguai; ma prima
 del Nilo in su la sponda
265l'empia trafissi e la balzai nell'onda.
 SIBARI
 Aimè!
 SCITALCE
               Da quel momento
 pace non so trovar. Sempre ho sugli occhi,
 sempre il tuo foglio, il mio schernito foco,
 la sponda, il fiume, il tradimento, il loco.
 SIBARI
270Il foglio mio! Forse lo serbi?
 SCITALCE
                                                      Il serbo
 per gloria tua, per mia difesa.
 SIBARI
                                                         Ah pensa
 alla mia sicurezza. È qui Mirteo;
 potria per la germana
 vendicarsi con me.
 SCITALCE
                                     Va' pur sicuro,
275a tutti il celerò. Ma corrisponda
 alla mia la tua fé; non dir che Idreno
 in Egitto mi finsi.
 SIBARI
                                    Io tel prometto.
 Addio. (Torbido è il mare, il tempo è nero;
 bisogna in tanto rischio un gran nocchiero). (Parte)
 
 SCENA IX
 
 SCITALCE, TAMIRI, indi SEMIRAMIDE
 
 SCITALCE
280Chi sa? Forse il desio
 ingannar mi potrebbe. Al re si vada;
 si ritorni a veder... (In atto di partire)
 TAMIRI
                                      Dove Scitalce?
 SCITALCE
 Al monarca d'Assiria.
 TAMIRI
                                          Egli s'appressa;
 fermati.
 SCITALCE
                   (Oh dio! Che dubitarne? È dessa). (Vedendo Semiramide)
 TAMIRI
285Signor, brama Scitalce (A Semiramide)
 teco parlar.
 SEMIRAMIDE
                        (Vorrà scoprirsi). Altrove
 piacciati, o principessa,
 portare il piè; tutta agli accenti suoi
 lascia la libertà.
 TAMIRI
                                Parto. S'ei m'ami
290scorgi... Chiedi...
 SEMIRAMIDE
                                  Va' pur; so quel che brami. (Tamiri parte)
 (Siam soli; or parlerà).
 SCITALCE
                                             (Partì Tamiri;
 or con me si palesa).
 SEMIRAMIDE
 (Il rossor lo ritarda).
 SCITALCE
 (Teme quel cor fallace).
 SEMIRAMIDE
295(Tace e mi guarda).
 SCITALCE
                                       (Ancor mi guarda e tace!)
 SEMIRAMIDE
 Principe, tu non parli?
 Impallidisci, avvampi e sei confuso!
 SCITALCE
 Signor, nel tuo sembiante
 una donna incostante,
300che in Egitto adorai,
 veder mi parve e mi turbò la mente;
 quella crudel mi figurai presente.
 SEMIRAMIDE
 Tanto simile a Nino
 era dunque colei?
 SCITALCE
                                    Simile tanto
305che sotto un'altra spoglia
 quell'infida direi che in te si annida.
 SEMIRAMIDE
 Se fu simile a me, non era infida.
 SCITALCE
 Ah menzognera, ingrata... (Alterato)
 SEMIRAMIDE
                                                   Olà! Scitalce
 così meco ragiona?
 SCITALCE
310Io m'ingannai; perdona (Si ricompone)
 uno sfogo innocente;
 quella crudel mi figurai presente.
 SEMIRAMIDE
 Pur, se avessi presente
 allo sguardo colei come al pensiero,
315forse, chi sa? non ti vedrei sì fiero.
 SCITALCE
 (Quale audacia! Comprenda
 alfin ch'io non la curo). Ah, se tu vuoi,
 questo mio core oppresso
 felice tornerà.
 SEMIRAMIDE
                             (Si scopre adesso).
320Libero parla.
 SCITALCE
                           Oh dio!
 Troppo ardito sarei.
 SEMIRAMIDE
                                       La tema è vana;
 parla; di me ti puoi fidar.
 SCITALCE
                                                 Vorrei
 pietosa a' miei martiri,
 mercé del tuo favor, render Tamiri.
 SEMIRAMIDE
325(Oh ingrato! Oh disleale!)
 SCITALCE
                                                  Ella è il mio foco;
 adoro il suo sembiante...
 SEMIRAMIDE
 Non più. (Fingiam). Ti compatisco amante.
 A parlar con Tamiri,
 ogni tua brama a secondar m'appresto.
 SCITALCE
330Torna appunto Tamiri; il tempo è questo.
 SEMIRAMIDE
 (Oh importuno ritorno!)
 SCITALCE
                                                Or dir le puoi
 ch'è l'amor mio, ch'è il mio tormento estremo.
 SEMIRAMIDE
 Allontanati e taci. (Io fingo e fremo). (Scitalce si ritira indietro)
 
 SCENA X
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
 Signor, quali predici
335venture all'amor mio?
 SEMIRAMIDE
                                           Poco felici.
 Sudai finora invano
 con Scitalce per te. Di lui ti scorda;
 non è degno d'amor.
 TAMIRI
                                        Perché?
 SEMIRAMIDE
                                                         Ti basti
 saper che non si trova
340il più perfido core, il più rubello.
 SCITALCE
 Signor, parli di me? (Avanzandosi)
 SEMIRAMIDE
                                         Di te favello.
 SCITALCE
 (E pure impallidisce). (Ritirandosi indietro)
 TAMIRI
                                            E, s'ei non m'ama,
 perché si fa rivale
 d'Ircano e di Mirteo? Chiedasi...
 SEMIRAMIDE
                                                             Ah ferma; (Arrestandola)
345non gli parlar, se la tua pace brami.
 TAMIRI
 Ma la cagion?
 SEMIRAMIDE
                            Tu sei
 innocente in amore ed egli ha l'arte
 d'affascinar chi sue lusinghe ascolta.
 SCITALCE
 Nino... (Appressandosi)
 SEMIRAMIDE
                 Eh taci una volta; (Con impeto)
350non turbarci così.
 SCITALCE
                                   Ma qui si tratta
 del mio riposo e compatir tu dei...
 TAMIRI
 Ma, Scitalce, io vorrei
 chiaro intendere alfin quai son gli affetti
 che nascondi nel seno.
 SCITALCE
                                           In seno ascondo
355un incendio per te; l'unico oggetto
 sei tu di mia costanza,
 il mio ben, l'idol mio, la mia speranza.
 SEMIRAMIDE
 (Perfido!)
 TAMIRI
                      Io non intendo
 se siano i detti tuoi finti o veraci;
360eccedi e quando parli e quando taci.
 SCITALCE
 
    Se intende sì poco
 che ho l'alma piagata,
 tu dille il mio foco, (A Semiramide)
 tu parla per me.
365(Sospira l'ingrata,
 contenta non è).
 
    Sai pur che l'adoro, (Alla stessa)
 che peno, che moro,
 che tutta si fida
370quest'alma di te.
 (Si turba l'infida,
 contenta non è). (Parte)
 
 SCENA XI
 
 SEMIRAMIDE e TAMIRI
 
 TAMIRI
 Udisti il prence? Egli è diverso assai
 da quel che lo figuri.
 SEMIRAMIDE
                                        Ah tu non sai
375quanto a fingere è avvezzo.
 TAMIRI
 Pur non sembra così.
 SEMIRAMIDE
                                         Di quel crudele
 non fidarti, o Tamiri; altro interesse
 non ho che il tuo riposo.
 TAMIRI
                                              Io ben m'avvedo
 del zelo tuo; ma sì crudel nol credo.
 
380   Ei d'amor quasi delira
 e il tuo labbro lo condanna?
 Ei mi guarda e poi sospira
 e tu vuoi che sia crudel?
 
    Ma sia fido, ingrato sia,
385so che piace all'alma mia;
 e, se piace allor che inganna,
 che sarà quando è fedel? (Parte)
 
 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE, poi IRCANO e MIRTEO
 
 SEMIRAMIDE
 Sarà dunque Scitalce
 sposo a Tamiri? E soffrirò che ad onta
390del nostro affetto antico...
 Principi, io vi predico
 gran disastri in amor. Se pigri siete,
 la destra di Tamiri
 Scitalce usurperà. Correte a lei;
395ditele i vostri affanni,
 pietà chiedete; e, se pietà bramate,
 qualche stilla di pianto ancor versate.
 IRCANO
 Non è sì vile Ircano.
 MIRTEO
 A placar quell'ingrata il pianto è vano.
 SEMIRAMIDE
 
400   Ah non è vano il pianto
 l'altrui rigore a frangere;
 felice chi sa piangere
 in faccia al caro ben!
 
    Tutte nel sen le belle,
405tutte han pietoso il core;
 e presto sente amore
 chi ha la pietà nel sen. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 IRCANO e MIRTEO
 
 MIRTEO
 Che pensi, Ircano?
 IRCANO
                                     Hai tu coraggio?
 MIRTEO
                                                                     Il brando
 risponderà, quando tu voglia.
 IRCANO
                                                        Andiamo
410l'importuno rivale
 uniti ad assalir. Pur che si vinca,
 lode al par del valor merta l'ingegno.
 MIRTEO
 Sol d'un tuo pari il bel pensiero è degno. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 IRCANO solo
 
 IRCANO
 Quanti inventan costoro
415incomodi riguardi! Eh ch'io non venni
 con essi a delirar. Tremi Scitalce;
 la sua caduta è certa,
 o frodi io tenti o violenza aperta.
 
    Talor, se il vento freme
420chiuso negli antri cupi,
 dalle radici estreme
 vedi ondeggiar le rupi
 e le smarrite belve
 le selve abbandonar.
 
425   Se poi della montagna
 esce dai varchi ignoti,
 o va per la campagna
 struggendo i campi interi
 o dissipando i voti
430de' pallidi nocchieri
 per l'agitato mar.
 
 Fine dell’atto primo